SENIGALLIA
E FIERA DI ESSERLO

è un progetto culturale/artistico per riportare in luce la memoria storica della fiera di Senigallia.
L’idea è quella di realizzare una mostra itinerante diffusa di fotografie e oggetti d’archivio che raccontano la storia della fiera dal punto di vista di chi l’ha vissuta negli anni, per creare una nuova sinergia tra gli espositori delle bancarelle e le attività commerciali della città.

L’obiettivo è quello di rinnovare la forte vocazione interculturale della fiera, rendendo questa grande festa di fine estate un momento d’aggregazione, di scambio culturale e di idee, in grado di creare un percorso di conoscenza della città e dei suoi luoghi e di raccontare ai visitatori la storia della fiera tramite ricordi dei suoi protagonisti.

SENIGALLIA E FIERA DI ESSERLO è un progetto di partecipazione e cittadinanza attiva, per questo il primo step è il lancio dell’OPEN CALL rivolta a tutti i cittadini.

IL PROGETTO

Il rilancio del brand “Fiera di Senigallia” vuole essere il rilancio di un periodo ben definito dell’estate senigalliese.
Un periodo ben definito a livello di calendario che può trasformarsi in un’atmosfera, un contesto, un momento da riscoprire e rivalorizzare.

Rilanciare il brand fiera significa riconnettere una serie di eventi, che per natura hanno molto in comune e generarne altri che facciano da collante per proporre ai nostri cittadini e ai turisti un contesto e un’offerta ricca di momenti interconnessi tra loro che possano mostrare Senigallia arricchendo con la narrazione e il ricordo la sua identità.

Nel “periodo fiera” immaginiamo una città nella quale si possa godere della “campionaria”, proposta come expo di un’eccellenza artigiana e messaggera di un sapere che molto ha da raccontare a riguarda dell’identità cittadina. Un expo appunto legato all’eccellenza che non si dimentichi però di coinvolgere e offrire momenti di condivisone attraverso laboratori ed esposizioni finalizzate ad intrattenere non solo i clienti ma anche tutti coloro che “attraversandola” possano percepirla come un evento “della città “ e non solo “nella città”.

Immaginiamo una “fiera franca” dove un percorso da iniziare assieme possa farla risplendere attraverso un maggiore coinvolgimento di professionisti, commercianti e artigiani.

Una “fiera franca” che sappia nel tempo digitalizzarsi, offrire contenuti aggiuntivi e mappati in una vetrina virtuale che possa addirittura restare a Senigallia a prescindere dalla stagionalità.
Una “fiera franca” maggiormente caratterizzata dall’eccellenza dell’artigianato internazionale, di quei prodotti, frutto dell’ingegno di professionisti, che raramente potremmo trovare in un grande magazzino o in concorrenza con altri negozi.
Una fiera insomma, che possa proporre qualcosa di differente dal contesto e caratterizzarsi per una vision e un‘ identità che affondano le radici nella sua stessa storia pluricentenaria.

Immaginiamo una città coinvolta e positivamente contaminata dall’atmosfera della fiera: i negozianti che spesso hanno percepito la distanza e la poca presenza di clienti, attirati soltanto dalle bancarelle potranno invece diventare luoghi di interesse, ospitando, su una o più pareti del proprio locale, piccole mostre di fotografia d’archivio legate alla storia della fiera, provenienti dalle famiglie e dai professionisti locali, unite a testi e approfondimenti nati dal coinvolgimenti delle scuole, degli storici, di tutta quella popolazione locale che conserva una preziosa memoria storica.

Immaginiamo microeventi disseminati sul territorio, ben mappati e presentati per fornire al fruitore che sia turista o cittadino percorsi da scoprire per scoprire un’altra Senigallia.

Immaginiamo il coinvolgimento di artisti contemporanei per offrire nuove letture su un tema fondamentale e insito nell’identità senigalliese: l’artigianato, inteso come cultura del saper fare e del “saper leggere” un territorio attraverso i materiali, i profumi e le narrazioni che lo caratterizzano.

Immaginiamo insomma un re-brand a 360° del “periodo fiera” con un rilancio di una comunicazione che vada coordinata con un rilancio di una nuova rete di relazioni e socialità tra cittadini, turisti e commercianti, per una cittadinanza più attiva e per riscoprire un’identità culturale che non escluda ma valorizzi le diversità, le identità e le tipicità di un territorio che non vuole conformarsi alle tendenze dettate solo dai trend di consumo.